lunedì 7 maggio 2012

Trucco e parrucco a tavola. Ogni riferimento a cibi e ingredienti naturali è puramente casuale


 “L’immagine ha il solo scopo di rappresentare il prodotto”. L’abbiamo notata tutti questa scritta ma quante volte siamo rimasti comunque delusi nel trovare un’insipida poltiglia nella tazza, fissando con amarezza la confezione con quel invitante e golosa cioccolata? Ti sembra corretto che la pubblicità possa ingannarti i questo modo?


di Marta Battaglia e Kevin Minnone 




Ci troviamo in un mondo in cui il prodotto vincente non è il migliore, ma il meglio pubblicizzato. Mai pensato però al lavoro che c’è dietro? A quanti provini e corsi specializzati devono subire gli “attori”? Mai pensato ai chili e chili di rossetto che ogni fragola deve sopportare per nascondere l’età?


E avete mai pensato al miele “depresso” che si vede sostituire dall’olio motore come controfigura per i primi piani?


Nessuno pensa mai alla glicerina che si finge gocciolina d’acqua o rugiada per esaltare la star dello spettacolo: la mela rossa super-laccata o l’arancia appena “colta” dal frigo. Qui il problema è presentato in modo ironico, ma il pubblico l’affronterebbe in modo così leggero? 










Questo tipo di fotografia è diventato addirittura un’arte a sé stante, Food photography, con un proprio settore altamente specializzato nel mondo dell’immagine pubblicitaria.
Al di là del defilè che gli ortaggi svolgono ogni giorno allo scopo di invitarci all’acquisto, il mondo dei consumatori è interessato a sapere cosa realmente si mette in tavola ogni giorno, in più è sempre più interessato al mercato del biologico e all’acquisto a kilometro 0.

Ma, come possiamo leggere in un articolo di Roberto La Pira nel sito ilsole24.com, continuiamo a cadere in inganni come quello della Ferrero che, nella pubblicità della Nutella, ci mostra solo meno del 30% degli ingredienti (pioggia di cacao e cascata di latte) e per giunta in maniera scorretta (il cacao dovrebbe essere cacao magro e il latte dovrebbe essere latte in polvere come espresso sull’etichetta), nascondendo il 50% di zucchero e il 20% di olio di palma (usato al posto del più salutare e più caro burro di cacao). Ci risulta difficile, tuttavia, pensar male di un prodotto, come la Nutella, che ormai viene considerato da tutti come un membro effettivo di ogni famiglia fin dalla nostra infanzia. Basta pensare alla famosissima frase “Che mondo sarebbe senza Nutella?” nota certamente a tutti i lettori.

Ma è corretto manipolare così i consumatori? Farli affezionare a un prodotto per poi tradirli trasformandolo in qualcosa di assolutamente poco naturale? Voi come la pensate? Lasciateci un commento e fateci sapere la vostra opinione!

 P.S. Volete scoprire com’è realmente la frutta dietro le quinte della sfilata? Allora venite a fare un giro a Ballarò, o agli altri mercati storici di Palermo. Per maggiori informazioni consultate questo sito:



1 commento:

  1. articolo molto interessante...ma secondo me è lecito perché in fin dei conti tutti modifichiamo la realtà per i nostri interessi e poi la frutta, e i cibi in generale, potrebbero anche essere come rappresentati, ma è ovvio che nessun cibo, se naturale, è uguale all'altro. Quindi in realtà trovare il cibo diverso dalla confezione è simbolo di naturalezza visto che la foto sulla confezione è modificata...A differenza di fast food, come Mc Donald in cui il panino è come nella foto e infatti è molto poco salutare e naturale. Quindi anzi dovremmo ringraziare di avere cibi poco invitanti perché sono così in natura!

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